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PROCESSO IMPAGNATIELLO: Un abbraccio che tolse il respiro.

  • Writer: Rebecca Lorefice
    Rebecca Lorefice
  • Jun 11, 2024
  • 3 min read

Updated: Jun 17, 2024



Siamo nel Tribunale di Milano, in particolare nell’aula della Corte d’Assise chiamata dagli habitue “la grande Assise”. Ebbene si, se ve lo state chiedendo il Tribunale di Milano ha due aule in cui vengono celebrati processi di competenza della Corte d’Assise, un’aula viene chiamata la piccola Assise e la seconda la grande Assise. Ma di entrambe le aule vi parlerò in un altro articolo. Sono le 10.30 di una mattina piovosa e nel Palazzo di Giustizia nulla è come sembra. In quel momento preciso avvocati, praticanti, cancellieri e privati passano davanti all’aula situata al primo piano nell’atrio centrale ignari che lì dentro si stia svolgendo una di quelle udienze che rimarranno nella storia. In aula i dieci minuti di pausa annunciati dal Giudice Bertoja sono ormai conclusi e tutti i presenti sono pronti ad ascoltare le parole di Alessandro Impagnatiello, anche i familiari di Giulia Tramontano che con enorme coraggio e forza hanno deciso di assistere a quell’udienza. Quel giorno non era come tutti gli altri, era il 27 maggio 2024, anniversario della morte di Giulia Tramontano. E’ passato un anno da quel giorno che strappò la vita a quella meravigliosa ragazza e al suo bambino Thiago. E’ passato un anno da un giorno che nessun genitore vorrebbe vivere. Un anno di dolore, di introspezione, di domande irrisolte, di un processo duro come il marmo. In aula si respira un’aria pesante, estremamente pesante per tutti i presenti e la tensione si percepisce. Qualche praticante lascia l’aula e decide di non ascoltare l’imputato, altri ancora rimangono lì seduti ignari del fortissimo impatto emotivo che quel momento avrà su di loro. Un azzardo? Forse ma vi posso assicurare che nessuno è uscito da quell’aula com’è entrato. Le cinque ore in cui ha parlato Alessandro Impagnatiello hanno rappresentato per i presenti un susseguirsi di sensazioni contrastanti e devastanti. Suona la campanella ed i giudici entrano in aula, tutti i presenti in piedi in forma di rispetto per la Corte anche l’imputato. E’ arrivato il momento. Le guardie penitenziarie lo accompagnano e in modo abbastanza irrequieto e impacciato lui si siede a cospetto della Corte e di fronte ai pm. In quel momento in aula si sentiva un silenzio assordante, solo il respiro accelerato di Alessandro Impagnatiello risuonava nel microfono. Vestito con jeans e una semplice maglietta bianca a manica lunga, barba non curata e capelli lunghi neri, sguardo impenetrabile, nessuno riusciva a capire in quel momento cosa stesse pensando, mani che ripetutamente accarezzavano le gambe e talloni alzati da terra. Così si presentava. Privo di ogni possibile difesa. “La persona che ero in quel periodo non è quella di oggi, il processo mi sta aiutando a mettere i tasselli in ordine. Oggi sono una persona consapevole rispetto ai mesi scorsi” queste sono state le sue prime parole e a domanda del pm:” Lei ha ucciso Giulia?” lui risponde con un secco “SI”. Nessuno dei presenti riusciva ad alzare gli occhi dai computer o dai taccuini, quell’ammissione come una lama penetrò nei sentimenti provocando estremo dolore. Ma proprio in quel momento una presenza femminile si avvicinò alla madre di Giulia Tramontano. Era la sorella Chiara arrivata proprio in quel momento. La madre si alza in piedi e con forza avvicina la figlia a sé e la chiude in un fortissimo abbraccio. Il tempo si fermò in quel momento e gli occhi dei presenti si riempirono di lacrime e tutto non fu più come prima. Quell’abbraccio non era un semplice gesto di affetto, era una manifestazione di amore e di protezione di una madre nei confronti della propria figlia. Entrambe esposte ad un immenso dolore. Entrambe costrette a vivere un momento non voluto. Quell’abbraccio come in un bellissimo disegno era in primo piano, per la prima volta in quel processo l’amore era in primo piano. In quel momento anche Alessandro Impagnatiello si girò, abbassò gli occhi, iniziò a tremare e con voce rotta continuò a rispondere a tutte le domande.

Ringrazio di cuore Andrea Spinelli il primo illustratore giudiziario in Italia. Grazie perché mi hai permesso di arricchire il mio scritto con la tua opera.

Vi lascio il link della sua pagina instagram


Dott.ssa Malikah Dounia Occhipinti

Praticante Avvocato - Abilitato al patrocinio sostitutivo

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