top of page

ALESSIA PIFFERI: L’ ALESSITIMIA

  • Writer: Rebecca Lorefice
    Rebecca Lorefice
  • May 23, 2024
  • 2 min read

Durante l’intero processo si è sentito tanto parlare di alessitimia riguardo alla condizione psicologica di Alessia Pifferi, la 38enne accusata di omicidio volontario aggravato per il decesso della piccola Diana di appena diciotto mesi ed ora condannata all’ergastolo.

Questo è quanto emerge dalla perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise di Milano e firmata dal consulente Elvezio Pirfo, psichiatra forense conosciuto per aver seguito il processo Franzoni. Quest’ultimo sostiene che la personalità della Pifferi sia caratterizzata da alfabetismo emotivo, cioè uno stato psicologico tale da non comprendere ed elaborare le proprie emozioni. Nella perizia il Dottor Pirfo la definisce così:


“Una personalità incapace di riconoscere, distinguere ed esprimere emozioni e sentimenti”


L’alessitimia può essere causa scatenante di crimini violenti?


I soggetti alessitimici hanno estrema difficoltà a comunicare con gli altri le proprie amozioni, mettersi nei panni degli altri comprendendo le emozioni altrui, distinguere sentimenti ed emozioni. Questo soggetto ha scarsa empatia e difficoltà di introspezione. Risulta importante chiarire che l’alessitimia non può essere causa scatenante di crimini di questo tipo.


Perché Alessia Pifferi ha una personalità caratterizzata da alessitimia?

Da un’analisi dettagliata della perizia psichiatrica del Dottor Pirfo si legge quanto segue:


“ha vissuto il proprio contesto familiare e sociale di appartenenza come deprivante …una visione del mondo e uno stile di vita caratterizzati da un’immagine di sé come ragazza e poi donna dipendente dagli altri e in particolare dagli uomini per condurre la propria esistenza”, prosegue inoltre sostenendo che al momento dei fatti “ha tutelato i suoi desideri di donna rispetto ai doveri di accudimento materno verso la piccola Diana e ha anche adottato “un’intelligenza di condotta” viste le motivazioni diverse delle proprie scelte date a persone diverse che richiedevano rassicurazioni sulla collocazione della bambina”.


Il Dottor Pirfo in conclusione definisce la Pifferi capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Questo è solo il primo di una lunga serie di articoli che ci porteranno ad avere una visione d’insieme sulla condizione psicologica dell’imputata emersa durante il processo di primo grado, analizzeremo quanto sostenuto dall’accusa e dalla difesa e cercheremo di fare chiarezza prima dell’inizio del secondo capitolo di questa vicenda. Lo faremo in modo oggettivo mettendo sul tavolo qualsiasi pista, valutazione che possa essere importante, perché per arrivare alla Verità dei fatti è importante liberare la mente dalle opinioni personali e lasciare spazio alla verità.


Dott.ssa Malikah Dounia Occhipinti

Praticante Avvocato – Abilitato al patrocinio sostitutivo

Recent Posts

See All
WhatsApp Image 2024-05-01 at 12.31_edited.jpg
bottom of page